Zuccheri & Co.

Conosciamoli meglio

al punto di vista biochimico è vero che il cervello “si nutre” di zuccheri e che i muscoli li utilizzino come carburante durante un’attività fisica intensa, ma per svolgere queste azioni potrebbero essere sufficienti i carboidrati complessi che assumiamo con un piatto di pasta o riso.

Ritenzione Idrica - Federica Piccolino

Lo zucchero è davvero fondamentale per il nostro corpo ?

I carboidrati complessi hanno una bassa velocità di assorbimento e determinano un minor rilascio di insulina da parte del pancreas, contribuendo ad una regolazione più fine della glicemia.

Quello che rende “pericolosi” gli zuccheri semplici quindi è la loro velocità di assorbimento. Frutta, zucchero da tavola, miele, latte e tutti i prodotti che li contengono non dovrebbero infatti mai superare il 15% del nostro introito calorico giornaliero.

Il problema è che spesso non ci accorgiamo di assumerli in grandi quantità, semplicemente perchè non ci soffermiamo a leggere le etichette. Zuccheri e dolcificanti vengono infatti aggiunti ai prodotti industriali come conservanti, addensanti, stabilizzanti e li ritroviamo con sigle spesso incomprensibili. Pensiamo ad esempio allo sciroppo di glucosio-fruttosio, estratto dal mais, che ritroviamo in sughi pronti, salse, yogurt e merendine. Si tratta di monosaccaridi puri, pronti per essere metabolizzati dal nostro fegato che, con un consumo costante, tenderà a convertirli sempre più in grassi di riserva andando incontro a quella che chiamiamo “steatosi epatica”, cioè fegato grasso appunto, a ipertrigliceridemia e ad uno spiacevole accumulo di tessuto adiposo sull’addome.

Ma quindi fanno peggio gli zuccheri dei grassi ?

Negli anni la ricerca è arrivata a comprendere che i grassi buoni come quelli omega 3 e omega 6 sono necessari per la nostra salute e che perfino una certa quota di grassi saturi e coesterolo è necessaria per il buon mantenimento delle nostre membrane e della flora batterica intestinale.

Così non è per gli zuccheri semplici, sopratutto quando se ne fa un abuso. Il problema fondamentale è che ne assumiamo molti e ci muoviamo sempre meno, così da non riuscire a bruciarli e quindi li immagazziniamo.

Cosa accade al nostro corpo quando assumiamo troppi zuccheri ?

Quando mangiamo un alimento dolce, che sia una merendina o un frutto, il cervello invia un segnale al pancreas per produrre insulina, l’ormone che permette l’ingresso del glucosio nelle nostre cellule. In questo modo il rialzo dei livelli di glucosio nel sangue viene tenuto sotto controllo (glicemia).

Se però questo meccanismo viene sollecitato nel tempo in maniera continuativa, il fine equilibrio si rompe: le cellule rispondono sempre meno al comando dell’insulina, con una conseguente iperproduzione di questo ormone che porta a quella che chiamiamo insulino-resistenza. L’insulino-resistenza è quasi sempre alla base di sovrappeso, obesità e stato infiammatorio, oltre a rappresentare “l’anticamera” del diabete. Può contribuire a creare squilibri endocrini come in alcune problematiche femminili (PCOS ed endometriosi) e a favorire la proliferazione di microrganismi come la Candida.

Ma lo zucchero ha effetto anche su altri organi: abbiamo visto come il fegato trasformi l’eccesso di zucchero in grassi di riserva e questo comporti un affaticamento; anche la pelle ne risente perchè gli zuccheri sono in grado di legarsi alle proteine costituenti (collagene ed elastina) determinandone un invecchiamento precoce; oggi inoltre è sempre più chiaro come le cellule tumorali siano avide di zucchero e una corretta manipolazione nutrizionale può essere alla base di un più positivo risultato delle terapie.

A livello psicologico cosa accade ?

Lo zucchero è in grado di farci diventare dipendenti e le grandi aziende alimentari lo sanno bene. La loro ricerca punta infatti a capire come dosare esattamente lo zucchero per farci arrivare al cosiddetto “bliss point”, cioè la massima risposta sensoriale di piacere data da un alimento. Questa si ottiene con un gran rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore che ci da piacere e appagamento ma che, al tempo stesso, crea anche dipendenza.

Vi siete mai chiesti come mai basta la visione di un dolce attraverso la vetrina di una pasticceria per avere subito l’acquolina in bocca?

Quindi cosa possiamo fare ? 

Un primo passo è sicuramente eliminare gli zuccheri superflui dalla nostra alimentazione quotidiana, circoscrivendoli ad un consumo occasionale che potrà essere vissuto senza troppi sensi di colpa.

Basterà già eliminare lo zucchero da caffè, the e tisane, il biscottino dopo pranzo, sostituire il succo di frutta al bar con una centrifuga per ridurre l’apporto giornaliero. E quando vogliamo deliziarci con un dolcetto, possibilmente fatto in casa, utilizziamo degli zuccheri alternativi che impattano meno sulla nostra risposta glicemica e insulinemica.

Questo ti aiuterà a sentirti più attivo e lucido mentalmente, vedrai la tua pelle più luminosa e potrai perdere quei chiletti di troppo che si sono accumulati in particolare sull’addome.

Già dopo 2 settimane ne sentirai i benefici e non vorrai più tornare indietro.